UCCIDETEMI

 

Mi ricordo di un tempo passato in cui ci sorprendevano

Quei tramonti romani a volare – un mio amico ed io – scooter e via

Ed io zitto alle spalle di lui nel silenzio sonoro del vento

Mentre attorno lampeggia in immagini di un solo istante

Così bella e imprendibile la gente

 

E già allora benché fossi giovane e fossi imbattibile

Cominciava per me l’esperienza un po’ dolce un po’ amara della divisione

Con lo scoprire gli altri cresceva ed andava formandosi

Una pena una voglia frustrata e veniva chiarendosi

Un pensiero una visione

 

E il pensiero (uccidetemi o critici o psichici o mentanalitici / o medici o clinici cerebrologici

                       o pratici o grandi o munifici / crani orologici sensuoanalgesici

                       nei vostri camici comici cinici / venite unici lucidi reduci

                       sotto uccidetemi perché il pensiero)

                                                                                  era questo qua:

 

                       Dove andate amici stasera / insieme a chi fate l’amore stasera

                       piangerete di che riderete di che / è davvero possibile è lecito che

                       io non viva io non sappia la vostra avventura / che io non conosca la vostra misura

                       ch’io non sia da voi e con voi ed in voi / e voi non in me?

 

Stamattina un odore di legna bruciata e di resina

Ci ha svegliati e ci ha reso felici – ci vuol così poco anima mia

Tutto quel che vogliamo è una casa che odori di legna bruciata

Ed attorno felice distesa e non più distante

E non più imprendibile la gente

 

E amori vecchi amori nuovi amori chiari amori oscuri ed amori futuri

E amori teneri e amori duri fatti d’odio e d’ansia e amori fatti a passo di danza

E amori pazzi amori allegri amori tristi e amori da professionisti

E amori che non sono amore e invece sono proprio amore quell’amore che nessuno ancora sa

Che cosa sia

Tutti insieme a fondare un’utopia

 

E se deliro uccidetemi o critici o giudici / o voi sì saccenti teorici chierici

                   di logaritmici trip sociologici /e che siete in tutto quattordici o quindici

                   ma create indici immensi astronomici / di indecifrabili sudici vortici

                   che paranoici pulcini colpevoli / rendono chi rischia l’utopia

 

                   Via lontano da questa adunata / di spettri sgargianti ciarlieri eleganti

                   ma non esistenti lontano da questi brillanti / stimati creduti imbonitori inibitori muti

                   lontano dai falsi profeti dai finti poeti / le cui ambizioni sono zero le cui emozioni sono zero

                   il cui colore è nero ancora e sempre nero / sotto i freddi lustrini

 

                   Ma le nostre carezze ed i fuochi / e una serie infinita di gemiti e giochi

                   e una semplice frase offerta in parole / sarà come un telecinetico amore

                   così come un corpo offerto in amore / sarà più di seicentomila parole

                   più questa canzone per fare buon peso / un bacio e un sorriso e la porti con te.