ORFEO 9
La storia in breve
Orfeo è un ragazzo come tanti che vive in una comunità di ragazzi
simili a lui rifugiati nelle rovine di una antica cattedrale, ma mentre il resto
del gruppo pare felice e appagato, a lui riesce molto difficile sentirsi parte
di ciò che lo circonda.
Un giorno incontra una ragazza, Euridice, e l'incontro gli procura comprensione,
appagamento, gioia, e nella gioia la sensazione di esser parte armoniosa del
proprio mondo.
Alla festa di matrimonio tra Orfeo e Euridice arriva un ciarlatano molto abile
ed efficace. Con un trucco raffinato riesce a rifilargli un pacco devastante.
Semplicemente gli sistema meglio in mano il bene che aveva già, con un
particolare in più però, piccolo ma fatale: la convinzione che
a procurarglielo sia stato lui. E con lui, quando se ne va, Euridice sparisce.
Da quel momento il ragazzo non sarà più in grado di assorbire
la propria linfa vitale dal presente che lo circonda. Dovrà necessariamente
rapportare tutto a quel copyright che il Venditore ha imposto sul suo momento
felice, preferirà quell'istantanea fissata per sempre ai molti momenti
di felicità reale che gli si presenteranno in seguito.
Accecato, legato per i polsi a quell'imprinting perverso, partirà alla
ricerca di un'immagine, di un modello che nel proprio presente non trova più,
falsamente convinto di averlo perduto. E cercherà disperatamente chi
- o cosa - gliel'ha procurato, trascurando ogni possibile nuova realtà.
Sul cammino sarà avvisato in modo implicito da ognuno dei suoi incontri,
poi esplicitamente, alla fine, da chi ben s'intende di sofferenza:
"Se vuoi mantenere il tuo equilibrio e la tua armonia adagiati sul tuo
momento attuale, riempiti di ciò che hai, di ciò che sei e di
ciò che è, non chiedere un'intercessione a nessuna sostanza e
a nessuna persona, non paragonare il tuo presente, per quanto difficile, a nessun
ricordo, per quanto paradisiaco, né a nessun futuro, che ne è
solo l'immagine riflessa. Non voltarti indietro. L'unica verità - e con
essa l'unica possibile gioia - è molto vicina, è da qualche parte
qui e ora. Il resto è solo il fantasmagorico spettacolo della nostra
nevrosi, la tormentosa differenza che ci fa uomini, quella che ci fa grandi
e che ci perde".
Orfeo non capirà. E poi capire soltanto non basta. Ma non è a
lui che raccontiamo la storia. A chi ci ascolta, sì, perché la
sua Euridice non è perduta.