LA
STAMPA SU "HERR ROSSINI, SIGNOR WAGNER"
Corriere Adriatico, 12 Agosto 2006-08-26
"Herr Rossini, Signor Wagner" con Arnaldo Ninchi a suo agio nelle
vesti del Cigno.
CENA E SPETTACOLO, INCANTO ALLA ROCCA
Una serata davvero deliziosa. Delizioso lo spettacolo – con un Arnaldo
Nichi molto a suo agio nelle vesti del maestro Rossini – e deliziosa pure la
cena.Entrando nella Rocca il colpo d'occhio è incredibile. Nel cortile sono
stati posti non più di 25 tavoli, tutti, rigorosamente "illuminati"
dalle candele che creano la giusta atmosfera. Ottocentesca per l'appunto. (...)
Quando entra in scena Tito Schipa jr., alias Michotte, musicologo, mancano
venti minuti alla mezzanotte. "Era il 1859 - racconta al pubblico – quando
Wagner dalla Svizzera arrivò a Parigi. Abitava in un fabbricato fatiscente che
sarebbe stato in seguito demolito. Aveva portato con sé da Zurigo dei
voluminosi involucri di misteriose e gigantesche partiture, e alcuni
mobili". Poi ecco fare il suo ingresso anche Wagner/Ralph Palka e quindi
il padrone di casa, Rossini/Arnaldo Ninchi. Lo spettacolo è in movimento, con
gli attori che si spostano da un punto all'altro del cortile, passando fra i
tavoli dei commensali, con cui scambiano anche delle battute. "Herr
Rossini, Signor Wagner" è dunque un libero adattamento dalle cronache parigine
di Edmond Michotte (1830-1913) e racconta dell'incontro avvenuto fra i due
grandi compositori a casa di Rossini. Le musiche proposte sono naturalmente di
Gioachino Rossini (al pianoforte Luca Tieppo, mezzosoprano Maria Gortsevskaya),
per la regìa di Tito Schipa Jr., gli elementi scenici del Rossini Opera
Festival, i costumi di Adriana Ruvolo.La cena è stata curata dagli chef
dell'associazione ristoratori di Pesaro e Urbino aderente a Confcommercio, che
hanno offerto un menu delizioso. (...) Lo spettacolo è stato reso possibile
anche grazie al lavoro degli uomini del centro operativo del Comune, capitanati
da Aroldo Pozzolesi.
Manuela Albertini
Il Resto del Carlino, 12 Agosto 2006
Funziona la cena-spettacolo con Ninchi nei panni del
compositore.
QUEL GIOACHINO E' PROPRIO LUI
PESARO. Un Arnaldo Ninchi in gran forma e a suo agio nei
panni di un Gioachino Rossini, ormai sessantottenne, che ospita a casa sua un
Richard Wagner allora solo compositore emergente. Straordinaria la somiglianza
con i ritratti di Rossini che abbiamo visto, uno dopo l'altro, nei manifesti
del festival. Divertentissima l'interpretazione di quest'uomo pieno di arguzie
ma anche ormai lontano dalla feconda produttività giovanile. La trasposizione
scenica di Tito Schipa Jr., sul palco nel ruolo del musicologo belga Michotte,
che farà, a posteriori, le cronaca di quel grande incontro del 1860, funziona
benissimo, regge l'urto degli inserimenti musicali (con il mezzosoprano Maria
Gortsevskaya e il maestro Luca Tieppo al pianoforte) ed anche gli intermezzi
gastronomici con Rossini-Ninchi che declama le portate dei ristoratori della
Confcommercio, guidati da un duo di peso come Alceo Rapa e Alberto Melagrana .
Il match Rossini-Wagner (interpretato da Ralph Palka con naturale accento
tedesco) riesce ad interessare anche i non addetti ai lavori, coloro che non
sono melomani. Mentre dovrebbe risultare miele per chi conosce musica e
compositori e magari quel mondo che, nella parte finale della sua vita,
circondava il grande maestro. Dice Alberto Zedda che se ne intende: "La
faccenda funziona benissimo, è fedele alla realtà dell'ìncontro e Rossini è
proprio somigliante". L'occasione c'è, perderla sarebbe un errore.
l.lu.
Gazzetta del Mezzogiorno, 17 Agosto 2006
Insolita quanto gradita proposta, liberamente tratta
dalle cronache di Michotte.
A CENA CON ROSSINI E WAGNER.
Tito Schipa Jr. dirige una gustosa idea-spettacolo.
Pesaro. In un salotto rossiniano tra le antiche mura della Rocca Costanza. E'
qui che si svolge "Herr Rossini, signor Wagner", una deliziosa
cena-spettacolo ideata da Tito Schipa jr., incastonata tra le opere e i
concerti del ROF, frutto di un libero adattamento dalle cronache di Edmond
Michotte, in cui si rievoca l'incontro di circa mezz'ora tra i due musicisti
avvenuta a Parigi nel marzo del 1860, secondo il resoconto redatto
estemporaneamente ed in termini pressoché letterali dello stesso Michotte,
agiato musicofilo e compositore belga. «L'idea mi è venuta quando mi è capitato
sotto gli occhi il testo originale di Michotte, dapprima considerato con
sufficienza, perché non si dava credito alla testimonianza dell'incontro tra i
due, poi rivalutato, perché sintetizza quello che erano i due grandi musicisti,
con tutti i loro misteri», spiega Schipa jr, che sulla scena ha riservato per
sè il ruolo di Michotte, mentre Arnaldo Ninchi ricopre il ruolo di Rossini e
Ralph Palka quello di Wagner. Tra un florilegio di battute rossiniane, ironiche
e sarcastiche inserite nel testo, Tito Schipa jr. elabora un dialogo effervescente tra i due che si fronteggiano a
viso aperto, occasione ghiottissima per Wagner, che si trovava a Parigi per la
versione francese del libretto del Tannhauser, di porre un limite alle
incessanti provocazioni con cui la stampa locale lo tormentava, attribuendo per
di più al Pesarese, da tutti venerato, la paternità di molti feroci motti di
spirito, contro la sua arte innovativa e gli intenti riformatori che lo
ispiravano. E tra le parole anche la musica a raccontare questa «opera da
camera»: due arie dal Barbiere di Siviglia e dal Tancredi, più un esercizio
vocale scritto dallo stesso Rossini, accanto a brevi interventi wagneriani,
affidati alla voce di Maria Gortsevskaya e al pianoforte di Luca Tieppo. «Io di
mio ci ho messo solo la musica di un carillon - dice Schipa jr. - perché al
cospetto di questi due grandi musicisti c'è poco da comporre». Poi aggiunge:
«Non è uno spettacolo sulla musica, ma sul teatro musicale» e su questa
definizione imbastisce un autentico gioiello scenico, al quale il pubblico
partecipa attivamente ascoltando e cenando durante l'azione scenica. La cena,
curata dagli chef dell'Associazione Ristoratori Pesaresi, si basa su menu
rossiniani, tra un'insalata «Angelica» e risotto ai tartufi e champagne. «Non
si poteva trascurare l'aspetto gastronomico che tanto ha determinato la vita di
Rossini, autentico gaudente e buona forchetta», commenta Tito Schipa jr. , nei
confronti del quale nutre profonda attrazione e ammirazione. «A legarmi a lui è
la profonda passione, il culto per il teatro musicale, lo stesso che ha sempre
scandito la vita e la carriera di mio padre», dice convinto, mentre ricorda che
il grande tenore leccese a Rossini si era accostato solo attraverso Il Barbiere
di Siviglia. Lo spettacolo, che il pubblico ha mostrato di gradire, sarà
ripreso a Roma nel maggio del 2007 e quasi sicuramente alla prossima edizione
del ROF, dove potrebbe rimanere tra gli eventi fissi del cartellone.
Osvaldo Scorrano
ANSA
Schipa Jr. non è nuovo a iniziative del genere: nel 2001 aveva organizzato a Roma una Traviata per un ristretto numero di persone che seguivano le vicissitudini di Violetta da una stanza all'altra di una villa seicentesca.