LE VOSTRE LETTERE / YOUR LETTERS

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PAT KARL (mapakarl#aol.com)
We as a family have been Schipa fans since we were small children, when my father bought a recording of Don Pasquale. I had it on an LP and now a CD we never tire of that glorious voice and I think we have everything he has ever recorded. We also had the thrill of seeing him at that wonderful Town Hall concert in New York in '63.

M. GRAZIA MANNARINI (mg.mannarini#virgilio.it)
Ascolto la voce di suo padre e mi sento proiettata nella mia casa paterna a Lecce, dove mio padre, tutti i giorni ascoltava i dischi di Tito Schipa, nostro autorevole concittadino. Forse...sarebbe meglio che iniziassi da capo... Ok, mi chiamo M. Grazia Mannarini nata e vissuta a Lecce fino al 1983 e ora sono a Milano. Ho 45 anni. Mio padre era un folle ammiratore del suo. Tutta la mia casa parlava di lui. La sua voce... Mio papà la ascoltava con il cuore pieno di emozione. Confesso che quando ero ragazzina, non mi piaceva granchè... avevo altri gusti ma credo sia una cosa più che normale! La musica che prediligevo era di tutt' altro stampo. Ritornando a mio padre ( Tommaso Mannarini)... era talmente "innamorato" della voce dell' Usignolo che , al primo avvento delle radio locali, ideò e condusse a Radio Elle (una delle prime a Lecce) una trasmissione a puntate a lui dedicata. Non scorderò mai l' impegno e il fervore con i quali lui operava nelle sue ricerche. Ho anche un ricordo da piccina. Sembra impossibile.. avevo 6 anni ma mi ricordo benissimo la gente riversata in piazza per accogliere le spoglie di suo padre..e la mia mano stretta a quella di mio padre. Da allora, ogni volta che al cimitero si andava a trovare i nostri cari, non mancava mai una visita a Tito Schipa, anche lui diventato un nostro " familiare ". In questo momento ho un' emozione fortissima che mi serra la gola. Forse sarebbe il caso che io spiegassi come ho fatto, dopo tanto tempo, a trovarmi qui a scriverle e a renderle la mia testimonianza di affetto. Non so se conosce WinMix, un sito di scambi musicali dove si scarica musica a volontà. Nei giorni scorsi, mentre, come mio solito, controllavo i files a disposizione altrui, mi è capitato di leggere da un utente Tito Schipa. Il mio cuore ha fatto un tuffo incredibile. Subito ho scaricato ciò che potevo. Non nascondo le lacrime nel sentire la voce dell' Usignolo che avevano accompagnato la mia infanzia e giovinezza. In particolare una, Ecco ridente in cielo da Il barbiere di Siviglia. La ricordo benissimo... il mio papà era in estasi ascoltandola...e io ancora non capivo cosa volesse essere la MUSICA!!! Mio padre era felice ascoltando il "suo" Tito Schipa!!!! Io a volte lo prendevo anche in giro! Grazie al Cielo, crescendo, i miei gusti hanno abbracciato altre strade e con un sorriso posso affermare di sentirmi completa nell' amare la musica in tutte le sue forme. Mio padre è stato davvero uno sprone a questa mia "fame" di conoscenza! TUTTA...tutta la musica... l' importante è che sia vera...sentita... che lasci un' emozione!!! Un altro ricordo mi accompagna. Ero ragazzina quando lei venne a Lecce a presentare la sua ORFEO 9 all' anfiteatro romano. Un caro amico del mio papà ( Gino Tornese, defunto anche lui ) ci portò a vederla e io ho il ricordo della sua stretta di mano e del mio papà, emozionatissimo, che stringeva la mano del figlio del suo "idolo". Ecco...adesso mi ritrovo ad ascoltare la voce del GRANDE TITO SCHIPA e a piangere di gioia...perchè mi riporta a casa...la mia... mi riporta dal mio papà che mi manca da morire!!!! :-) Un sorriso però... Tutti abbiamo il nostro bagaglio di vita... tutti abbiamo i nostri ricordi... tutti...il nostro vissuto!!! Adesso sono affamata di ricerca! Guardo tutti i siti che parlano di Tito Schipa e della sua famiglia! Ho anche deciso che presto andrò a cercare i CD del suo amato papà. Lo ascolterò in silenzio ... probabilmente scenderanno delle lacrime di emozione come ora... ma lo ascolterò anche con un sorriso! Sarà come vedere il mio papà seduto sulla sua poltrona preferita... sarà come averlo ancora accanto...

ROSANNA PORTO (porto.rosanna#wanadoo.nl)
Cio` che suscita dentro la voce di Senior per me e` un "sentire" cosi` forte, cosi profondo che va` aldila` dell` emozione.
(...) Mi da` delle emozioni fortissime ma c`e` di piu`... e quel di piu` che e` difficile da definire, da capire con la testa... cos`e` che succede veramente... perche` quell`effetto cosi` grande e inspiegabile ? Qual` e` la differenza... ci sono altre voci bellissime... in cosa consiste la differenza ?
Forse e` il modo proprio di un "sentire" alla base di tutti noi... che si sveglia all` ascolto...?
(...) La voce di Tito Senior e` proprio come il Nagual , se ne puo` solo essere testimoni.
E` parte del mistero della meraviglia. E` parte di un qualche compito divino secondo me, parte di quell` Eternita` che ci circonda. E` un fascio di luce particolarmente brillante, che nel suo movimento vibratorio cosciente accende per grandi spazi tutti gli altri intorno. (...) Cosa succede alle prime note della voce di Senior? Quello che succede a me e` che mi "ferma" all` istante, le orecchie sembrano tendersi, se potessero muoversi lo farebbero cosi` da cogliere e accogliere oltre ...
I miei centri vitali tutti si espandono in un calore cosi familiare ... un qualcosa che assomiglia ad un "ritorno a casa" per cui davvero non ho parole... quelle che mi sforzo di trovare... non lo dicono! Ci si avvicinano appena appena , ma proprio appena appena !

IDA MALLINI PINOTI (sanseb#adinet.com.uy)
Voglio comunicarmi per dirvi tutta nostra admirazione per vostro Padre.
Abbiamo ascoltato e anche visto i suoi recitalli in scena. Abbiamo molte se non tutte quello che a registrato in Long.Play e anche adesso in CD. Io o trovato un registo che aveva fatto in Manaos (Brasil). Mio padre mo portava quando era pícolla ai suoi recitalli (adesso cio 82 anni) ancora mi piace molto.
Per la mia famiglia era il piu grande. Come dici tu "il Resignollo del cello" in il ricordo che ai fatto dei 100 anni.
Qui in Montevideo, República Oriental del Uruguay lo abbiamo visto in televizione mi a conmozo molto il vostro ricordo; io sono natta in Toscana (Pontrémoli) come i miei genittori. Abiamo avutto l'onore di ascoltarlo in sua lultima gira lo abbiamo visto con vostra Madre, era molto bella abbiamo anche parlato. Tuo padre lí diceva:"¡Bravo Diana io canto e tu firmi!".
Per me e un ricordo molto caro. Mi salutto con tutto il cuore e che orgoglio avetti di chiammarsi Schipa.
Vi prego mi scuzerde perche non so scrivere bene l'italiano.

MARIAROSA ARENA (mariarosa.arena#tin.it
Conoscete Tito Schipa, gente? Lo conoscete? Lo avete mai sentito cantare?... Ma che dico cantare?... Inventarsi i suoni, le note... la voce? Dio mio... Avete mai sentito inventare "la voce"? Una voce? Vi è capitato mai?... Di vibrare al suono nuovo, plasmato, sanguigno e profondo... di un'orchestra di suoni? A me è successo, mentre lo ascoltavo, improvvisamente, come non avessi ascoltato mai! (...) 
La riconoscerei dovunque, la sua voce! Come ogni cosa, la più semplice, riconoscerebbe la sua essenza più profonda: questo è Tito Schipa!

ANTONIO PELLEGRINO (antonio#desy.de)
Sono un conterraneo di Tito Schipa che vive all'estero, fra Olanda, US e Germania, oramai da oltre 12 anni. Mi chiamo Antonio Pellegrino e lavoro come fisico delle particelle elementari presso Argonne National Laboratory di Chicago, IL. 
Da giovanissimo, ancora a Lecce, non ho mai coltivato nessuna passione per l'opera in generale, né tantomeno ho mai avuto modo di sapere di Tito Schipa di più del fatto che avesse dato il nome al conservatorio dove mia sorella e tanti amici studiavano. L'unica immagine che mi porto dietro di Tito Schipa risale alle visite al cimitero dove la famiglia di mia nonna, i Carlino, avevano la loro tomba; a quel tempo esisteva solo la cossiddetta "parte ecchia te lu cimiteru", alle spalle di San Nicolò e Cataldo e del
convento, e, proprio dopo l'archetto d'ingresso a quella parte del cimitero, quasi di fronte alla tomba dei miei, c'era un grande "chiautu" di marmo nero e lucido, con il nome di Tito Schipa. Era intorno a quella tomba che io passavo tutto il tempo che i nonni spendevano alle cure della nostra.
Non ho mai saputo altro, dai nonni, se non che era stato un grande cantante, con una voce da usignolo che non aveva uguali, e che era una cosa buona che dicessi una preghiera per l'anima sua. Ero gia` abbastanza sveglio, da bambino, e ho sempre pensato che fosse una di quelle leggende e esagerazioni per le quali noi leccesi siamo così portati, almeno secondo quelli che non
ci amano, e forse con un certo fondo di verità. Da emigrante, poi, come tutti quelli che lontano dalla loro terra ritrovano
l'amore per le loro tradizioni, ho scoperto l'opera. Volendo essere retorici si potrebbe parlare dell'orgoglio di entrare in un teatro fra popoli stranieri ammirati dell'arte dei nostri padri, volendo essere melanconici si potrebbe parlare del senso di familiarità che segue noi italiani ovunque andiamo, volendo dirla in due parole, si tratta di amore per una forma di arte, quella
del canto, così intrinsecamente umana, che non si può esserle alieni. In ogni caso, da allora ho sviluppato una vera passione per il canto. Con gli anni, la mia discografia è cresciuta al punto da rendere non trascurabile la probabilità statistica di imbattermi in qualcosa di Tito Schipa e così è successo circa un anno fa. Nel frattempo, avevo sviluppato un inclinazione assolutamente compiuta per un tipo di canto: cioè sapevo esattamente quali erano le doti che apprezzavo in un cantante e potevo indicarle di volta in volta in questo o quel cantante in questa o quella opera. Quando misi le cuffie per ascoltare quella prima raccolta di Schipa comprata per caso, ricordo che passai dalla curiosità all'attonimento in pochi secondi! E a quello successe la commozione: ecco li davanti a me l'incarnazione perfetta di tutte quelle doti delle quali avevo imparato a godere nel canto, ma molto,
molto al di là di quello che avevo anche osato immaginare. E tutto questo da quel nome letto su una tomba tante volte da bambino. Ancora oggi, che di Schipa ho sentito molto di più, al suo canto dura la commozione, ma sostituita da un sentimento dominante di gioia mista a melanconia, che in fondo è di benessere, così tipico di noi leccesi. Tuttavia sono contento di avere
trovato Schipa non partendo dall'orgoglio del campanile, ma al punto di arrivo del mio gusto personale di quello che deve essere un cantante, più, un artista. E` vero, ho anche capito che quelle storie sentite da bambino non erano che
un'eco lontana della grandezza dell'arte di Tito Schipa, ma mi sono chiesto: ma oggi, la gente, a Lecce, lo sa chi è stato Tito Schipa? Si accosta a lui solo per orgoglio provinciale, o sa che si tratta di un genio universale? Non un illustre concittadino, al quale la nostra terra ha dato sì i natali, e forse molte altre qualità, ma un artista di una classe che può appartenere solo alla storia dell'uomo e delle arti? Leggo ormai con curiosità le liner notes dei CDs su Schipa, e mi diverte l'affanno con cui, ancora oggi, i critici musicali cercano di penetrare il segreto di Tito Schipa. Personalmente, non capisco come fanno ad attardarsi a pensare e definire, quando tutto quello che ci vuole è di ascoltare.
Chiedo scusa di questa lunga lettera, nella quale ho voluto soltanto esprimere la mia ammirazione, ma soprattutto il mio ringraziamento per quello che Tito Schipa ci ha lasciato, e non da leccese, ma da amante della bellezza, o almeno
di quelle forme nelle quali noi uomini cerchiamo di intrappolarla (...) Aggiungo, se può interessarvi, che ho vari amici che sono cantanti di buona fama internazionale, per lo più giovani e stranieri, che di Schipa conoscevano solo il nome. Posso dire che la reazione comune è più o meno di sgomento: "Non potro` mai cantare così", il che trovo particolarmente pericoloso. Se da un lato rendiamo un omaggio dovuto a Schipa asserendo la sua unicità come cantante, dobbiamo essere cauti a evitare l'implicazione che non vale la pena nemmeno di tentare di sviluppare, nei giovani cantanti, specie non italiani, quelle qualità che così importanti sono nel canto di Schipa, perché tanto non si raggiungeranno mai i livelli di un artista in cui quelle doti erano innate.