Nuovo volume TITO SCHIPA di Tito Schipa Jr. (Comunicato Stampa)


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Inviato da: Gianni Carluccio il May 21, 2004 at 18:39:02:

COMUNICATO STAMPA


Presentazione del volume
TITO SCHIPA di Tito Schipa Jr.
Mercoledì 26 maggio 2004, ore 18.30
Chiesa di San Francesco della Scarpa. Lecce

Interverranno
Avv. Lorenzo RIA - Presidente della Provincia di
Lecce
Prof. Gianni SCHILARDI – Direttore di Argo
Editrice
Ing. Gianni CARLUCCIO – Responsabile Archivio
Schipa
Tito SCHIPA JR. – Autore del volume

Il volume è pubblicato da ARGO Editrice (Lecce)
con il contributo di Provincia di Lecce;
Fondazione “Tito Schipa” (presieduta dal Dott.
Francesco Toriello) e Associazione Amici della
Lirica “Tito Schipa” (presieduta dall’Avv. Cosimo
A. Longo) e si compone di 450 pagine, corredate
da 300 foto e da un compact disc elaborato dal
Rev. Richard A. Cantrell (Ft. Worth, Texas,
U.S.A.).
La redazione è stata curata dalla Dott.ssa
Valeria Ippolito, il Progetto grafico e la
Copertina sono di Elvira Gerardi.
Il CD allegato ha una durata di 80 minuti e
contiene 21 brani musicali: L’Elisir d’amore (II
atto) ed i brani La Partida e Chi se nne scorda
cchiu’ (registrati presso il Teatro Politeama
Greco di Lecce il 28 ottobre 1954; queste
registrazioni sono inedite e rappresentano una
novità mondiale); Quandu te llai la facce; Bella
ragazza; Core miu!; Lecce mia; Bedha e trista;
Ave Maria (Schubert); Ah! non mi ridestar
(Werther); E’ la solita storia (Arlesiana);
Vivere (colonna sonora dall’omonimo film).
Dalla Presentazione del Prof. Gianni Schilardi,
Direttore di Argo Editrice, in quarta di
copertina, si legge: “… Ancora oggi, a chi si
aggira in un intrico di viuzze mal lastricate,
affollate quasi solo di echi, può capitare di
essere raggiunto da dolci note graffiate che
neppure i moderni CD sono riusciti a normalizzare
del tutto: una voce che viene da molto lontano
parla di fanciulle belle e crudeli in una lingua
che ha il sapore del miele amaro, percorrendo il
labirinto ocra che fu costruito tanto tempo fa da
ignoti rapsodi della pietra. La voce di Tito
Schipa, l’usignolo che ha cantato in ogni angolo
del mondo, abita prevalentemente qui, tra queste
facciate gesticolanti di putti, in mezzo a
campanili corteggiati dalle rondini”.
Dall’Introduzione del Prof. Franco Serpa,
Musicologo: “... In Schipa il piacere della bella
melodia cantata o la commozione canora non
prevalgono mai sulla parola e mai la sforzano. In
qualunque lingua Schipa canti, l'ascoltatore non
perde una sillaba. Ma non appena sul suo labbro
giunge una parola che esprime lontananza o
memoria o rimpianto o contemplazione amorosa,
quella parola si illumina e il canto apre le
ali...”
Il magistrale lavoro di Tito Schipa Jr. si
compone di sedici capitoli che percorrono tutta
la vita del padre dal 1888 al 1965.
Da un commento di Rina Durante leggiamo: “Il
rischio infatti di commozione, di protagonismo
era grande e il giovane Schipa deve averlo
soppesato a lungo; ma altrettanto grande era la
garanzia di conoscenza e di verità che nessuno
come lui poteva offrire. Se a questo aggiungiamo
la competenza specifica di musicista, compositore
(«Orfeo 9», «L’isola nella tempesta», «Then an
Alley», il rifacimento del «Don Pasquale»),
nonchè di cantautore e traduttore di Bob Dylan e
Jim Morrison, allora dobbiamo concludere che
sarebbe stata davvero una perdita gravissima se
Titino, come affettuosamente lo chiamano gli
amici, avesse rinunciato all’impresa” … “Tutto
questo libro si legge come un romanzo, vuoi per
la materia affascinante del racconto, vuoi per lo
stile piacevolissimo di Titino, che, dovesse
venirgli a noia la musica, avrebbe un’alternativa
sicura nella narrazione” … “E a proposito di
leccesità, questo libro è un inno a Lecce, forse
il più lusinghiero omaggio a una città che non fu
poi così fedele al suo «usignolo». Una leccesità
che va dallo Schipa che si prepara da solo le
orecchiette a New York, ai suoi dolenti «nostoi»
degli ultimi anni, al suo sogno ricorrente di
fondare una scuola di canto nella sua città, ma
che coincide con qualcosa di più profondo,
l’essenza stessa della sua arte. Se possiamo
essere ancora più espliciti, è leccese lo stesso
punto di osservazione di questo libro, il che è
molto strano, dato che l’autore ha davvero poco o
niente a che spartire con questa città. Nato a
Lisbona da madre di origini gitane e padre
italiano, vissuto in America e in giro per il
mondo, formatosi nel flusso della cultura
internazionale, come mai Titino adotta Lecce come
punto di vista e metafora?” … “Quando si vuol
capire perché la voce di Tito Schipa sia
riconoscibile alla prima sillaba e perché infonda
ai personaggi quella nota di suprema sognante
nobiltà, non si può prescindere dal fatto che chi
canta è un vero, genuino, tipico figlio di Lecce
gentile e beddha”.
A conclusione del suo lavoro così scrive Tito
Schipa Jr.: “Un ringraziamento che meriterebbe un
capitolo a parte va a Gianni Carluccio.
L'incontro con questo membro della famiglia (sua
madre è una Schipa) ha portato al mio lavoro di
ricerca un aiuto che in brevissimo tempo si è
mutato in una vera assunzione di oneri, lavoro e
meriti pressoché totali nell'arricchimento e
nella gestione dell'archivio di famiglia. Solo un
vero scienziato come lui, forte di una lunga e
stimata attività nell'Archeologia, poteva dare
alle nostre ricerche il tocco scientifico
indispensabile”.

Nell’appendice al volume sono presenti i seguenti
contributi:
- L’Archivio Schipa, l’Indice dei nomi ed
il Repertorio fotografico
a cura dell’Ing. Gianni Carluccio
- Il Repertorio, Il Repertorio in ordine
cronologico, la Cronologia delle esibizioni e
l’Indice dei partner artistici
a cura del Prof. Carlo Marinelli Roscioni
- La discografia
a cura del Prof. Maurizio Tiberi
- La Filmografia
a cura del Maestro Tito Schipa Jr.

Tra le principali novità della nuova edizione, si
segnala il lavoro del tutto inedito sull’Archivio
Schipa, curato dal responsabile Ing. Gianni
Carluccio, nel quale è presente una schedatura
riguardante le composizioni, i fascicoli e gli
spartiti musicali, la raccolta bibliografica e
dei ritagli di stampa, i manifesti, le locandine,
i programmi e le cartoline, i costumi di scena, i
diari e le agende; le lettere, i telegrammi e i
documenti, la raccolta delle immagini
fotografiche, la documentazione video e audio, il
materiale discografico, materiale vario e la
raccolta internet.
Lo stesso Carluccio ha curato l’aggiornamento
della Cronologia delle esibizioni di Tito Schipa,
l’indice dei nomi ed il repertorio fotografico
che si compone di 300 immagini, perlopiù inedite,
ed appartenenti all’Archivio Schipa-Carluccio.
Tra le immagini, oltre a quelle numerosissime di
Schipa in costume di scena, si potrà osservare il
cantante con varie personalità del mondo dello
spettacolo e della cultura tra le quali: Charlie
Chaplin, Vanna Massari, Giacomo Puccini, Claudia
Muzio, Amelita Galli-Curci, Titta Ruffo, Alfred
D’Annunzio (cugino di Gabriele), Samuel Lumiere,
Mary Pickford, Tom Mix, Toti Dal Monte, Salvatore
Baccaloni, Feodor Chaliapin, Eduardo, Peppino e
Titina De Filippo, Caterina Boratto, Francesco
Cilea, Iris Adami Corradetti, Margherita Carosio,
Ernesto Badini, Joan Crawford, Bidú Sayão, Totò,
Nino Taranto, Macario, Michele Galdieri, Gianna
Pederzini, Sig.ra De Gasperi, Roberto Murolo,
Ferruccio Tagliavini, Gregory Peck, Valentina
Cortese, Rossano Brazzi, Alida Valli, Victor De
Sabata, Carlo Vitale, Fiorella Carmen Forti,
Arnaldo Forlani, Gianni Valentino (nipote di
Rodolfo), Nilla Pizzi, Gino Latilla, Walter
Chiari, Lucia Bosè, Franco Perulli, Carnera,
Mario Riva, Corrado, Ava Gardner, Papa Giovanni
XXIII, Frank Sinatra, Vittorio De Sica, Carmelo
Preite, Riccardo Stracciari, Gaetano Merola, Cloe
Elmo ecc.
Numerosissime sono le riproduzioni di articoli a
stampa di giornali e riviste da tutte le parti
del mondo e tra questi la prima citazione a
stampa di Schipa (1902) e la recensione dopo
l’esordio a Vercelli (1909).
Tra le composizioni di Schipa figurano immagini
inedite del tango El coquetón dedicato a Tito
Ricordi nel 1913, di una Ave Maria dedicata a
Mons. Trama nel 1918, di una Prece degli
anni ’20, di Mimì, una musical comedy americana
della metà degli anni ‘20, de La Principessa
Liana, un’operetta del 1929, , della canzone
Bedha e Trista, composta in dialetto leccese nel
1936, di una Messa di Gloria a 4 voci pari del
1953 ecc.
Tra i documenti sono presenti lettere e
telegrammi di Umberto di Savoia, di Aldo Moro,
del Sindaco di Roma, del Vaticano, di Ernesto
Murolo ecc.
E poi ancora immagini di famiglia, di viaggi,
delle varie residenze sparse nel mondo, di famosi
teatri e di importanti rappresentazioni quali La
Principessa Liana a Lecce (1935) e i Werther a
San Francisco (1935), al Teatro del Casinò di
Sanremo (1939), al Politeama Greco di Lecce
(1950) ecc.
Completano le straordinarie immagini tutta una
serie di locandine relative ad esibizioni in
tutte le parti del mondo (tra queste si segnala
quella rarissima e finemente colorata del Don
Pasquale eseguito a Roma il 10.1.1930, in
occasione delle nozze reali tra Maria Josè ed
Umberto di Savoia); numerose etichette di dischi
a 78 giri (tra cui le prime incisioni in Italia e
negli U.S.A.) ed alcune immagini tratte da film
interpretati da Schipa.
In definitiva un’opera completa che si segnala a
tutti e che non dovrebbe mancare tra gli
strumenti didattici nelle scuole di ogni tipo.





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