NEL FANGO DI FIRENZE   (1966)

(Eseguita solo in manifestazioni di piazza. Prima sulla musica di "Desolation Row" di Bob Dylan, poi sulla musica che diventerà di "Per la Strada", in Orfeo 9)

E così l’acqua è venuta / e l’attesa cesserà

Or che l’anima è pulita / altra pioggia non verrà

Perché quando il fango è nelle mani / non c’è più lo sporco in cuore

Un sorriso è nel futuro / se presente sta il dolore

E l’offerta amica di coscienza opaca / che la gente è pronta a inviare

Giù nel fango si purifica / e con l’Arno torna al mare

 

Professore mi perdoni / se oggi a scuola non verrò

Mi son preso una vacanza / ma prometto studierò

Studierò su libri e pagine / che nessuno più aprirà

Ma son certo sono gli unici / che scordar non si potrà

Creda qui davvero nel sapere / mi ci posso sprofondare

Passa Machiavelli in zattera /e con l’Arno torna al mare

 

Cenerentola ha lasciato il ballo / del palazzo del suo re

Io le dico “non credevo sai / di trovare qui anche te”

Mi risponde “sono avvezza a stare / in ginocchio a lavorare

E la cenere può servire / se c’è un quadro da asciugare”

Passa il principe la chiama / fino a quando può gridare

Prende il suo cavallo quasi bianco / e con l’Arno torna al mare

 

Biondo magro gli occhi chiari / c’è un ragazzo americano

Che sussurra “what a disaster” / e si terge con la mano

Tra chi è nero per il fango / e chi è nero di per sé

Qui si fa una differenza sola / tra chi è vivo e chi non lo è

E anche il bianco e il nero antichi / di una lotta medievale

Ormai sono un nulla grigio / che con l’Arno torna al mare

 

Nella melma un uomo sta cercando / il lavoro di una vita

Con il pianto nelle vene / ed il sangue sulle dita

Passa un’ombra e gli domanda /“hai trovato il tuo tesoro 

Tra la nafta ?” e quello mormora / “no purtroppo non ancora”

L’ombra dice “anch’io ho cercato sai / ma il mio Cristo è da buttare

Ho gettato il mio pennello / e con l’Arno torna al mare”

 

C’è anche un beatnik che solleva / una statua da una strada

Passa un uomo su una gondola / per timone usa una spada

Il ragazzo dice “aiutami” / l’altro ride   “coma mai

Hai  i  capelli alla Sansone / e di forza non ne hai”

Da un tombino esce qualcosa / e si mette a galleggiare

È la chioma di Leonardo / che con l’Arno torna al mare

 

Non c’e un tetto per riparo / né una branda per dormire

Ma c’è un uomo che mi parla / “dì ai tuoi amici di venire

Qui c’è un solo letto, è quello / in cui il fiume tornerà

Ma la casa è aperta a tutti / e qualcuno canterà”

“Tu chi sei ?” “mi chiamo Bardi / e vi insegnerò a cantare

A affogar la pena in una cantilena / che con l’Arno torni al mare”

 

Zeffirelli vuol riprendere / qualchedun che chieda aiuto

Dice “sono anch’io un fiorentino / do a mio modo un contributo”

Chiede a un uomo stanco “prego / la dovrei intervistare”

L’altro dice “sì ma in fretta /( c’è una via da ritrovare

Sono un esule ma torno / perché c’è da lavorare

Il mio inferno è sceso in terra / e con l’Arno torna al mare

 

Gli domando “ma tu sai perché / se la pioggia ormai è cessata

L’acqua non vuol più tornare giù / e poi perché, perché è salata ?”

Lui rimane un poco a capo chino / poi risponde “è soltanto

Una storia di millenni / che ora s’è disciolta in pianto

Son le lacrime d’un’ennesima / passione da scontare

Scende giù alla foce tra quei legni in croce / e con l’Arno torna al mare”