(Eseguita solo in manifestazioni di piazza. Prima sulla musica di "Desolation Row" di Bob Dylan, poi sulla musica che diventerà di "Per la Strada", in Orfeo 9)
E così
l’acqua è venuta / e l’attesa cesserà
Or
che l’anima è pulita / altra pioggia non verrà
Perché
quando il fango è nelle mani / non c’è più lo sporco in cuore
Un
sorriso è nel futuro / se presente sta il dolore
E
l’offerta amica di coscienza opaca / che la gente è pronta a inviare
Giù
nel fango si purifica / e con l’Arno torna al mare
Professore
mi perdoni / se oggi a scuola non verrò
Mi
son preso una vacanza / ma prometto studierò
Studierò
su libri e pagine / che nessuno più aprirà
Ma
son certo sono gli unici / che scordar non si potrà
Creda
qui davvero nel sapere / mi ci posso sprofondare
Passa
Machiavelli in zattera /e con l’Arno torna al mare
Cenerentola
ha lasciato il ballo / del palazzo del suo re
Io
le dico “non credevo sai / di trovare qui anche te”
Mi
risponde “sono avvezza a stare / in ginocchio a lavorare
E
la cenere può servire / se c’è un quadro da asciugare”
Passa
il principe la chiama / fino a quando può gridare
Prende
il suo cavallo quasi bianco / e con l’Arno torna al mare
Biondo
magro gli occhi chiari / c’è un ragazzo americano
Che
sussurra “what a disaster” / e si terge con la mano
Tra
chi è nero per il fango / e chi è nero di per sé
Qui
si fa una differenza sola / tra chi è vivo e chi non lo è
E
anche il bianco e il nero antichi / di una lotta medievale
Ormai
sono un nulla grigio / che con l’Arno torna al mare
Nella
melma un uomo sta cercando / il lavoro di una vita
Con
il pianto nelle vene / ed il sangue sulle dita
Passa
un’ombra e gli domanda /“hai trovato il tuo tesoro
Tra
la nafta ?” e quello mormora / “no purtroppo non ancora”
L’ombra
dice “anch’io ho cercato sai / ma il mio Cristo è da buttare
Ho
gettato il mio pennello / e con l’Arno torna al mare”
C’è
anche un beatnik che solleva / una statua da una strada
Passa
un uomo su una gondola / per timone usa una spada
Il
ragazzo dice “aiutami” / l’altro ride
“coma mai
Hai i
capelli alla Sansone / e di forza non ne hai”
Da
un tombino esce qualcosa / e si mette a galleggiare
È
la chioma di Leonardo / che con l’Arno torna al mare
Non
c’e un tetto per riparo / né una branda per dormire
Ma
c’è un uomo che mi parla / “dì ai tuoi amici di venire
Qui
c’è un solo letto, è quello / in cui il fiume tornerà
Ma
la casa è aperta a tutti / e qualcuno canterà”
“Tu
chi sei ?” “mi chiamo Bardi / e vi insegnerò a cantare
A
affogar la pena in una cantilena / che con l’Arno torni al mare”
Zeffirelli
vuol riprendere / qualchedun che chieda aiuto
Dice
“sono anch’io un fiorentino / do a mio modo un contributo”
Chiede
a un uomo stanco “prego / la dovrei intervistare”
L’altro
dice “sì ma in fretta /( c’è una via da ritrovare
Sono
un esule ma torno / perché c’è da lavorare
Il
mio inferno è sceso in terra / e con l’Arno torna al mare
Gli
domando “ma tu sai perché / se la pioggia ormai è cessata
L’acqua
non vuol più tornare giù / e poi perché, perché è salata ?”
Lui
rimane un poco a capo chino / poi risponde “è soltanto
Una
storia di millenni / che ora s’è disciolta in pianto
Son
le lacrime d’un’ennesima / passione da scontare
Scende
giù alla foce tra quei legni in croce / e con l’Arno torna al mare”