ANNA VIOLA (una suite)
(di Marco Piacente, adattamento Schipa Jr.)
1) STAZIONE DI SALE LANGHE
Che bellezza sono ritornato / al paesino a trovare i nonni
Qui ci ho passato – era un’abitudine / tutte le estati dei
miei quattordici anni
Dalla stazione c’è una strada a piedi / voci distanti - carri
sonnolenti
Poi c’è la chiesa - qualcuno suona l’organo / poi c’è il
granaio - poi c’è casa mia
E questo paesino della Langa piemontese / ogni anno lo
ritrovo sempre spoglio di sorprese
Lavorano alla trebbia i contadini / festeggiano sul grano
gli uccellini
E l’aria frizza al naso come l’acqua minerale / e i
calabroni ronzano un accordo naturale
E il fiume che di tutti tutto sa / immobile trascorre e se
ne va
L’altra mattina sotto un cielo giallo / vedo brillare un
ciuffo di riccetti neri
Mossi dal vento ma è solo per un attimo / chiude il balcone –
resta il suo sorriso
Di corsa scappo a casa e mi rifiuto di mangiare / e in bagno
pettinandomi comincio a immaginare
Chissà se avrà le guance vellutate / chissà se resterà tutta
l’estate
Con la camicia nuova sulla piazza principale / un pomeriggio
intero faccio finta col giornale
Poi proprio mentre sto per andar via / s’affaccia la sua
faccia sulla mia
Come ti chiami? – Sono Anna Viola / Sei qui da molto? – Be’,
ci sono nata
Senti Anna Viola – Anna Viola sentimi / esci stasera? – Be’,
si puo’ vedere
Ma che c’è da vedere? Mi chiedevo rincasando / ma come non s’è
accorta che guardavo balbettando
Quegli occhi fondi come laghi quando si stupiva / quel
luccichio fra i denti quando sorrideva
A stringerle la mano ed a sentirmela sfiorare / mi son
sentito bene tanto da sentirmi male
Mi son sentito come quando sale l’ascensore / così a quattordici
anni ho conosciuto già l’amore
E il fiume che di tutti tutto sa / ad Anna Viola lo
racconterà
2) IL GRANAIO VICINO ALLA CHIESA
Ricciolina nel granaio / la penombra è d’oro
Filtra un raggio splende un ricciolo / mille e un bruscolo
di pulviscolo
Ti ricordi che colori / quanti buoni odori
Ricciolina la tua bocca / ricciolina la felicità
(Prima poesia scritta per gioco / col rosso opaco d’una
scheggia di mattone):
Non
mi sembra vero che tu stai vicino a me
Se gli
uccelli cantano è perché tu sei con me
Anche
l’usignolo fa chicchirichì
Sbaglia
il pezzo a solo perché tu sei qui
Ero un
disgraziato nato in periferia
Ci
prendevo gusto a farmi cacciar via
Poi
venisti tu cantavi un ritornello
Sei
sparita come un libro dal mio comodino
Ed io
scrivo col mio sangue torna topolino
Che male
c’è se adesso sono pazzo
Se coi
singhiozzi ci misuro il passo
La tempesta m’è scoppiata nella testa
La tempesta m’è scoppiata nella testa
La tempesta m’è scoppiata nella testa
3) LA TEMPESTA E LE LUCCIOLE
Non ci sono più lucciole / tutta colpa dei medicinali
Anna Viola è una favola / consumata nel forno del tempo
La libellula multipla / ronza ronza su tutto il canale
Vola vola libellula / che ti canto la marcia nuziale